Il duomo di San Gimignano: un gioiello nascosto in un gioiello

San Gimignano è una città meravigliosa ed affascinante, con le sue caratteristiche torri medievali che ancora si stagliano alte nel cielo. Sarà amore a prima vista non appena ne intravedrete il profilo, ma molte persone vi trascorrono troppo poco tempo per riuscire a scoprirne tutti i tesori che nasconde. Uno di questi è l'interno del Duomo di San Gimignano, conosciuto anche come Collegiata di San Gimignano.

I libri del passato:
Tra i tesori che nasconde al suo interno, vi è l'affresco che ricopre interamente le pareti del Duomo e che non è mai stato sottoposto a restauro durante i secoli. I colori sono quelli originali, dipinti nel 14° secolo, e la loro vivacità e brillantezza è semplicemente sbalorditiva. Sebbene alcune sezioni mostrino dei segni di usura dovuti all'inesorabile trascorrere del tempo, con qualche tassello mancante (ricordate che San Gimignano fu bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale), per altre, invece, sembra che il tempo non sia mai passato o che siano state appena dipinte. Probabilmente questo dipende anche dal fatto che le finestre laterali furono chiuse durante la realizzazione dell'affresco, e la minor quantità di luce che penetrava all'interno ha permesso di limitare i danni. Gli affreschi sono stati solo rispolverati nel 1999, come parte del compenso che il regista Franco Zeffirelli ha pagato per poter usare il Duomo in alcune scene del celebre film Tè con Mussolini (che personalmente vi consiglio di vedere, se ancora non lo avete fatto).
Appena entrati sulla destra, troverete un ciclo di affreschi dedicati alle storie del Vecchio Testamento, mentre sulla parete opposta (la destra, se si guarda l'altare), troverete quelle del Nuovo Testamento. Le scene del Vecchio Testamento furono dipinte dall'artista senese Bartolo di Fredi, mentre quelle del Nuovo Testamento sembrano appartenere a qualche artista proveniente dalla scuola di Simone Martini. Molti ritengono che possa essere identificato con Lippo Memmi (il cognato di Martini) o suo fratello Federico Memmi, o addirittura Donato Martini, lo stesso fratello di Simone. In ogni caso, quel che è certo è che non fu realizzato dallo stesso Simone Martini, dato che si trovava in Francia in quel periodo.
Tornate indietro verso la parete interna della facciata, dove troverete altri affreschi, il più importante dei quali è il Martirio di San Sebastiano di Benozzo Gozzoli del 1465, lo stesso artista che ha realizzato la serie di affreschi della Cappella dei Magi all'interno del Palazzo Medici-Riccardi di Firenze. Ma per vedere altri capolavori di Gozzoli non importa andar tanto lontano: basta rimanere a San Gimignano e visitare la Chiesa di Sant'Agostino, dietro l'altare principale - un pò nascosto, in effetti ;-). Le due bellissime statue in legno poste ai lati sono di Jacopo della Quercia, un altro artista senese di fama internazionale.
Dato che vi trovate qui, alzate lo sguardo verso gli archi che sovrastano ogni navata: vedrete rappresentate le due possibili opzioni dell'aldilà: sulla sinistra, la Gloria del Paradiso, con tutti coloro che sono stati consacrati al riposo eterno in Paradiso, e sulla destra, in direzione totalmente opposta - da un punto di vista sia geografico che semantico - Le Pene dell'Inferno, dove vedrete rappresentato Satana che mangia Giuda. Entrambe le rappresentazioni dell'aldilà sono opera di Taddeo di Bartolo, dal 1393 al 1403 circa. E' abbastanza evidente che quella dell'Inferno è un esplicito richiamo alla visione di Dante, dato che mostra i demoni che torturano i malcapitati per i loro innumerevoli peccati. Gli affresci, infatti, avevano lo scopo di educare i cittadini a comportarsi correttamente, proprio come se fossero dei libri del passato.

La Cappella di Santa Fina:
L'altro tesoro che si nasconde all'interno della Collegiata si trova sulla sinistra del ciclo di affreschi, nella piccola cappella dedicata a Santa Fina. Qui è celato un vero gioiello dell'arte rinascimentale, che ha visto la collaborazione di tre grandi maestri fiorentini: l'architetto Giuliano da Maiano, suo fratello, lo scultore Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Le reliquie di Santa Fina, santa protettrice della città di San Gimignano, giacciono sotto l'altare principale.
Sulla destra e sulla sinistra si trovano due affreschi di Domenico Ghirlandaio che furono realizzati con l'aiuto di suo fratello David e di suo cognato Sebastiano Mainardi. Sulla destra, è rappresentata una giovane donna morente sul suo letto di legno, dove alcune violette gialle sono fiorite non appena è spirata e, sulla sinistra, il funerale di Santa Fina con il corteo al seguito a renderle omaggio, e la città di San Gimignano con le sue torri immortalate sullo sfondo.

Fonte: https://www.discovertuscany.com/it/san-gimignano/duomo-di-san-gimignano.html